L’Italia sfondata. Quattro orizzonti per cinque paesaggi



Installation view, Fondazione Museo Pino Pascali, 2020. Photo Credits Marino Colucci

 

 

 

Installation view, Fondazione Museo Pino Pascali, 2020. Photo Credits Marino Colucci

 

 

 

 

 

 

Installation view, Fondazione Museo Pino Pascali, 2020. Photo Credits Marino Colucci

 

 

L’Italia sfondata. Quattro orizzonti per cinque paesaggi, 2020

20 collages su carta, 30  x 38 cm.

 

Questo progetto prosegue un lavoro iniziato nel 2018, “L’italia Sfondata”. Gli sfondi dei collages sono foto in bianco e nero prese da un’edizione del 1956 del Touring Club, L’italia in 300 immagini. È quindi l’Italia in bianco e nero, intrisa di una nostalgica bellezza, che viene sfondata e rotta da ritagli irruenti e colorati. Al centro dell’immagine si apre un varco per possibili nuove visioni. Questa incursione di forme va oltre la superficie del reale, ci svela altre narrazioni che si intrecciano con le storie raccontate dai paesaggi sullo sfondo. Anche qui c’è la negazione di un’immagine, lo sfondamento e l’apertura verso altri orizzonti.

I collages sono una serie da venti pezzi, quattro immagini uguali per ogni soggetto, protagonista il paesaggio pugliese. La ripetitività di un paesaggio viene scardinata e abolita grazie all’intervento di collage che, sempre diverso, rompe quello schematismo e ci restituisce altre narrazioni. La monotonia delle immagini uguali, come quella di un orizzonte dove non succede nulla, è così spezzata ed è generatrice di altre visioni.

 

Italy, breached. Four horizons for five landscape, 2020

20 collages on paper, 30 x 38 cm.

 

This project continues a work I began in 2018, “Italy, breached”.
The black and white photos are taken from an old edition of the Touring Club dated 1956, Italy in 300 pictures. It’s an image of a nostalgic and beautiful Italy which is “broken” by colored and intrusive paper cut out. This invasion goes beyond the real world surface. It tells us different narratives which are intertwined with the stories told by the landscape on the background of the collage.

In the middle of the image, a gap opens up for possible new visions. This incursion of forms goes beyond the surface of reality, revealing other narratives that intertwine with the stories told by the landscapes in the background. Here too there is the negation of an image, the breaking through and the opening towards other horizons.

The collages are a series of twenty pieces, four identical images for each subject, the protagonist being the Apulian landscape. The repetitiveness of a view is unhinged and abolished thanks to the intervention of collages that, always different, break that schematism and gives us other narratives. The monotony of similar images, like that of a horizon where nothing happens, is so broken and generates different visions.